Chi entra nella parte di Rossana, sviluppatasi sulle fondamenta del borgo medioevale, e' colpito dalla visione della facciata della chiesa che emerge nobile e luminosa sulla schiera di case disposte quasi a collana sui due lati del sacro edificio. La sua linea gotica, cosi diversa da quella delle altre chiese del circondario, per lo piu' barocche, risveglia l'interesse del visitatore e conferisce all'edificio un senso di religiosa semplicita' ed austerita', mentre la struttura ascensionale della sua facciata pare esprimere un invito alla elevazione.
La sua architettura adorna di pinnacoli richiama quella di molte chiese gotiche francesi, sorelle ricche, di alto lignaggio, quali la cattedrale di Rouen, dalla spiccata guglia sull'alto portale, di Beizier e di Lion con l'oculo inserito nella cuspide. Ma se la chiesa di Rossana non e' che l'umile sorella delle cattedrali francesi, si deve tuttavia sottolineare, l'armonia delle proporzioni della sua facciata e dell'interno composto e raccolto. L'origine di questa chiesa e' secondo gli storici da attribuirsi al secolo XI, come e' confermato dal ritrovamento, durante i recenti restauri, di due mensole in pietra calcarea, nascoste da strati di intonaco e muratura di differente colorazione e consistenza, alla base dell'arco trionfale.
Una delle mensole e precisamente quella inserita ora a destra dell'arco, porta in facciata una decorazione a basso rilievo di intonazione romanica; sull'altra a sinistra vi e' incisa una data: 1104. Queste due sculture erano inserite quasi sicuramente come mensole di appoggio nel portale d'ingresso della chiesa primitiva la quale occupava soltanto lo spazio del presbiterio e del coro attuali. Alla stessa epoca romanica appartiene la chiave di volta in pietra che collega i quattro cordoli del soffitto a crociera, sull' altar maggiore.
La semplicita' e le dimensioni della chiesa primitiva si possono ritrovare nella linea sobria dell'abside del sec. XII a cui danno movimento soltanto i due rustici contrafforti di scarico della volta a crociera, il modesto fregio in cotto, restaurato successivamente e l'ovulo rifatto intorno al '600. Nel secolo XIV la chiesa venne allungata di altre due campate, forse per rispondere alle acresciute esigenze della popolazione. Essa fu costruita con una sola navata, illuminata da finestre a strombatura sulle fiancate, col tetto a capanna e col soffitto a capriate visibili, nelle linee dell'antico romanico; la facciata era allora nuda, semplice, senza alcuna decorazione ad eccezione della finestra che ancora si vede in alto, in asse al colmo del tetto.
Non si hanno elementi sufficienti per stabilitare dove si trovasse allora l'ingresso della chiesa in quanto sull'attuale sagrato si estendeva il campostanto. Si puo' anche supporre che allora l'ingresso fosse sul fianco nord dell'aula, con adito alla prima campata dopo il presbiterio : non e' raro infatti a quest'epoca il caso di ingressi posti lateralmente per evitare il calpestio sul suolo sacro di cimiteri antistanti le chiese.
Da un esame delle strutture sul lato nord si nota infatti l'esistenza di una antica porta in tale posizione. Forse nel '300 era qui localizzazato un ingresso che venne poi trasformato nel '600 creando un nuovo locale con una bella volta a crociera e un'apertura piu' modesta. Soltanto nel sec.XV, spostato il cimitero piu' a valle si creo' un sagrato e si cerco' di abbellire all'esterno la chiesa dando un'impronta gotica: furono costruiti il gradioso portale, l'oculo, la cuspide, i pilastri laterali sovrastati da pinnacoli e il fregio ad archetti del cornicione che continuava anche sulle fiancate.
Comprovano questa affermazione sia la diversa struttura muraria tra la facciata e i pilastri, sia la collocazione asimmetrica casuale dell'insieme del portale e della cuspide rispetto al colmo del tetto e alla finestra trecentesca. Simultaneamente all'interno, per realizzare una migliore copertura, vennero inserite lungo le fiancate della chiesa due semicolonne in mattoni con capitelli cubici e basamenti anulari che avevano il compito di sorreggere gli archi gotici sui quali vennero appoggiate le volte a crociera delle due campate. In questa stessa epoca, al fine di consolidare dall'esterno le spinte provocate in corrispondenza degli archi interni vennero costruiti i contrafforti in cotto che ancora si vedono emergere sui due fianchi dell'edificio dai tetti costruiti in seguito nei successivi ampliamenti.
Anche il campanile ornato da fregi romanici a semplice mattone sulla struttura di pietra, venne restaurato e furono inserite le due aperture gotiche. Solo nel sec.XVII fu sopraelevato con l'attuale cella campanaria. Gli affreschi facciali rappresentanti San Cristoforo e San Bernardo da Mentone furono dipinti in seguito, forse gia' nel sec. XVI.
Nel sec. XVII vennero aperti i muri laterali dell'aula, per creare, nei nuovi spazi acquisiti, i quattro altari, alterando la precedente architettura e sacrificando nella demolizione le caratteristiche finestre romaniche a strombatura che illuminavano l'ambiente. Lo spazio, dove si trovano l'attuale sacrestia e la grotta di Lourdes, venne costruito fra il 1700 e il 1800, mentre l'antica sacrestia sulla sinistra dell'altar maggiore venne ampliata e adibita a capella con un altare moderno realizzato all'inizio del nostro secolo.
Nel 1759 fu costruita dal falegname Giuseppe Revelli di Rossana la tribuna, fu installato l'organo che chiuse l'oculo centrale della cuspide e furono rifatti i banchi. Nel 1926 viene restaurato l'esterno e in particolare la cornice del portale e il fregio della cimasa sotto la guida dell'arch. Mesturino, incaricato dalla Soprintendenza ai Monumenti di Torino.
Nella primavera del 1965, con l'autorizzazione della Soprintendenza, il rev. Parroco Don Ribero Giuseppe con la collaborazione dei Parrocchiani procedette al rifacimento del pavimento della chiesa che era in lastre di pietra in gran parte rotte e sconnesse, sostituendolo con una pavimentazione di quarzite di Norvegia.
Nella rimozione dela terra per la posa del sottofondo ghiaioso venne alla luce, nella navata davanti all'altare del Sacro Cuore la tomba di antichi sacerdoti contenente cinque bare di cui le quattro piu' in basso erano totalmente disfatte e con pochi residui ossei mentre quella sovrastante conservava lo scheletro di un sacerdote, rivestito di abiti talari, con umili scarpe marginalmente circondate di grossi chiodi. Le mani erano ancora incrociate sulla corona del Rosario.
Dalla parte opposta della navata, davanti all'altare della Madonna del Rosario, fu rinvenuta la tomba dei Signori del luogo, forse dei primi Conti Gazzelli, contenente ormai pochi resti fra cui lunghe ossa femorali e crani.
Un altro scheletro, probabilmente di qualche parroco fu rinvenuto nello spazio tra l'altare e il coro. Non si trovarono tracce di identificazione per nessuno dei sepolti: le tombe furono chiuse ermeticamente e lasciate in loco. Nello stesso annofu pure sistemata la gradinata esterna di accesso al portale che non avendo basamento era dissestata e sconnessa.
Nella terra sottostante ai gradini si rinvennero numerosi teschi, oltre una ventina ordinatamente disposti senza altri resti. Si trattava presumibilmente di un ossario ivi situato quando si procedette al primo ampliamento della chiesa primitiva con lo spostamento dell'antico cimitero. Questo rinvenimento avvalorerebbe la tesi che l'ingresso alla chiesa fino al quattrocento fosse sul lato sinistro, dove passava la strada di collegamento al castello mentre sui lati ovest e sud si estendeva il camposanto.